Identità sessuale e di genere

Istruzioni per l’uso

 

Le abitudini ed i costumi sessuali dell’uomo e della donna moderni hanno subito un rapido mutamento ed attualmente rappresentano appieno potenzialità e criticità della società occidentale all’interno della quale si esprimono.
La concettualizzazione dell’identità sessuale classica prevedeva soltanto due categorie, ben distinte e separate ma, a partire dagli anni ’50, alcuni studiosi hanno iniziato a riflettere sulla necessità di formulare altre ipotesi.
Cerchiamo quindi di fare chiarezza.

Spesso con il termine identità sessuale ci si riferisce al concetto di Identità di genere. In realtà l’identità sessuale si riferisce alla percezione della propria sessualità in ottica multidimensionale: biologica, di ruolo, identità, orientamento sessuale ed affettivo.
L’identità di genere, quindi, ne è solo una parte e, come precisano Money ed Ehrhardt (1972), rappresenta il “senso di sé”, la percezione sessuata stabile di se stessi come individuo maschile, femminile o ambivalente. È quindi la capacità di riconoscere se stessi come appartenenti ad un genere.
Coerentemente all’identità di genere la maggior parte degli individui assume un relativo “ruolo di genere”, l’insieme dei comportamenti messi in atto per definire a se stessi ed agli altri l’appartenenza ad un determinato sesso (o un’ambivalenza a tal proposito). Il ruolo di genere, naturalmente, varia enormemente in base alla cultura ed alla società. Per cui, ad esempio, un comportamento considerato “maschile” oggi in Italia potrebbe non corrispondere ad un comportamento considerato “maschile” 50 anni fa in Messico, e viceversa.
Un ultimo concetto da approfondire è quello di “orientamento sessuale”. Identifica gli stimoli in grado di evocare in una determinata persona un’attivazione sessuale, di natura fisica o psicologica.
Orientamento ed Identità di genere non sono sovrapponibili. Infatti una donna potrebbe essere attratta da un uomo (orientamento eterosessuale) ma allo stesso tempo avere un’identità sessuale non congruente al proprio sesso cromosomico.
Ma queste dimensioni sono stabili nel tempo oppure soggette a continue rivisitazioni?
Il mondo scientifico oggi concorda per la maggior parte su di una concettualizzazione fluida della sessualità. La dicotomia Maschio/Femmina, cosi come quella eterosessuale/omosessuale è stata, infatti, già oggetto di revisione di Kinsey (1948).

Grazie a questa scala è possibile superare la dicotomia ed iniziare a parlare di un continuum, dove eterosessuale ed omosessuale esclusivi sono solo i limiti estremi, più teorici che reali.
Anche ricerche più frequenti, infatti parlano di “Plasticità erotica” (Baumeister, 2000), concetto grazie al quale è possibile prendere in considerazione l’influenza dei fattori socio-culturali nel determinare il desiderio sessuale. Ed ecco allora che una sessualità globale e sfumata, massimizzata dall’utilizzo di internet e dei social network, sembra necessitare l’abbandono di categorie e definizioni e l’assunzione di costrutti in grado di esprimere la fluidità della stessa.
Il sesso è una delle più libere espressioni dell’essere umano. Forse proprio definire la sessualità ha assecondato la tendenza a discriminare questa o quella categoria. È auspicabile allora che ogni persona sperimenti il sesso in maniera libera, senza dover definire le proprie scelte ma ascoltando soltanto i propri attuali desideri.

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